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La camorra sui posti di lavoro e nella società

Ho conservato a lungo la bandiera che avevo con me quel giorno,
talmente inzuppata d’acqua da non riuscire più a sventolare, ma ripresa tra le mani tante volte, quasi per cercare conforto, approvazione per le scelte che mi apprestavo a fare. Era lì quando ho dovuto decidere se denunciare o tenermi defilato, limitandomi a raccontare le infiltrazioni camorristiche nel
settore conserviero ma senza fare nomi poiché, si sa, può essere pericoloso.
Si potrebbe replicare che si tratta di contesti diversi. No, non lo sono. Valentino Parlato lo scriveva il 25 gennaio 1979 attribuendo al nemico “la squallida imitazione di comportamenti tipicamente mafiosi: uccidere chiunque e per qualunque motivo osi parlare”. E proprio il manifesto, a settembre dello stesso anno, in un articolo firmato da Sandro Ruotolo, avrebbe raccontato nel dettaglio il contesto nel quale si erano verificate le
azioni intimidatorie di Tommaso Nocera, detto “Tempesta”, davanti ai cancelli di una fabbrica conserviera di Angri e della mobilitazione che ne sarebbe seguita poiché, per la prima volta, su nostra denuncia, si era rotto il velo di omertà che consentiva ai guappi della camorra di agire indisturbati
in tutte le articolazioni del comparto, mettendo in piedi una clamorosa truffa a danno della Cee.  

da Una Rosa nel cuore - 6.5 Guido è vivo e lotta insieme a noi... pagg. 132-133
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